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Categoria principale: Settori Produttivi
Categoria: Oli, Grassi e Condimenti

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IL MERCATO DELL’OLIO D’OLIVA IN INDIA

 

India olio reportIl Mercato dell’OLIO D’OLIVA in INDIA
Report 2024

Formato: PDF
Codice prodotto: IND24OOREP
Prezzo: Euro 44
Pagine: 70
Stato: in preparazione

Indice Report: Dati generali - Rischio paese - Quadro macroeconomico - Il mercato dell'olio d'oliva: caratteristiche principali - La produzione nazionale - Import-Export di olio d'oliva - Consumo - Dati e statistiche - Normativa di settore - Norme sull’importazione di olio d'oliva - Tariffe, tassazione e barriere doganali - Etichettatura prodotti - Distribuzione commerciale - Canali di vendita dell'olio d'oliva - Catene della GDO (grande distribuzione organizzata) - Settore Horeca (Hotel restaurant and catering) - Negozi specializzati - Altri canali commerciali - Formazione dei prezzi - Comportamento dei consumatori - Tendenze e prospettive - Strategie di entrata nel mercato - Fiere di settore - Mass media di settore - Indirizzi utili.

 

 

India olio database

 

Il Mercato dell’OLIO d’OLIVA in INDIA
Database 2024

Formato: Excel
Prezzo: Euro 41
Codice prodotto: IND24OODB
Numero riferimenti: 100
Stato: in preparazione

Indice Database. Elenchi, in formato Excel, completi di: nome, ragione sociale, tipologia commerciale, indirizzo, città, telefono, fax, sito web, e-mail, altri dati e informazioni utili di: Importatori - Distributori - Grossisti - Catene della GDO (Grande distribuzione organizzata) - Operatori settore Horeca (Hotel, restaurant, catering) - Negozi specializzati al dettaglio e online - Ristoranti di cucina italiana.

 

 

 

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IL MERCATO DELL’OLIO D’OLIVA IN INDIA
BREVE INTRODUZIONE

Il mercato dell’olio d’oliva in India si è sviluppato soltanto negli ultimi dieci anni e i consumi sono ancora molto piccoli, rappresentano soltanto lo 0,14% del totale dei consumi di oli vegetali. Tuttavia le prospettive sono veramente interessanti, i consumi di olio d’oliva crescono a ritmi sostenuti non soltanto per gli usi gastronomici ma anche per la crescente domanda dell’industria cosmetica.
L’India è uno dei nuovi giganti dell’economia mondiale, il paese dopo la Cina, ad avere le migliori prospettive di crescita, la massa critica e l’ambizione di diventare una delle grandi potenze mondiali dei prossimi decenni. L’India è anche, a differenza della Cina governata ancora da un regime autoritario, la più grande democrazia del mondo, un paese immenso con più di un miliardo di abitanti, enormi differenze sociali, economiche, culturali, religiose, etniche, linguistiche con un sistema politico che si richiama alle tradizioni delle democrazie occidentali.
In India esiste ormai una classe media con livelli di reddito occidentali e con una cultura e un sistema di valori molto occidentalizzati. Tra l’altro l’ampia diffusione della lingua inglese, retaggio di secoli di dominazione britannica, rendono anche l’approccio commerciale con quel paese più semplice rispetto ad altri paesi asiatici dove, oltre al resto, esistono anche grossi ostacoli di tipo linguistico-culturale.
L’India, per le sue dimensioni e soprattutto per quelle della sua popolazione, più di 1.300 milioni di abitanti, può essere considerata un continente. È una delle economie emergenti, fa parte dei cosiddetti BRIC, con tassi di crescita, negli ultimi anni, attorno al 6-7% che, rispetto agli standard europei sarebbero percentuali favolose ma che per le necessità di quel paese sono considerate appena sufficienti.
L’India resta certamente un paese con enormi contraddizioni, con grandi problemi sociali ma lo sviluppo economico sta modificando anche tutto il sistema di valori tradizionali o fenomeni come la stratificazione per caste della società indiana.
Dall’indipendenza sino agli anni Novanta del secolo scorso l’economia dell’India era un sistema misto con una forte presenza del settore pubblico, una pianificazione economica con piani quinquennali su modello sovietico, con forti controlli sugli investimenti esteri, sul commercio, sulle attività private.
A partire dagli anni Novanta l’economia indiana, pur avendo mantenuto delle linee di indirizzo delle politiche economiche basate su piani quinquennali, come facevano fino al 1991 i paesi comunisti e anche molti paesi in via di sviluppo, è stata avviata una massiccia privatizzazione e una riduzione drastica del settore pubblico nell’economia, il paese si è aperto al commercio internazionale anche con l’entrata nel WTO, l’Organizzazione mondiale del commercio e si è aperto agli investimenti esteri consentendo un grande sviluppo del settore privato dell’economia.
Il settore dell’agricoltura, allevamento e pesca, produce circa il 15% del PIL del paese ma dà lavoro a circa il 50% della popolazione.
L’agricoltura può contare su una grande varietà di territori e di condizioni climatiche e quindi su una grande varietà anche di produzioni agricole.
Per molto tempo il problema principale dell’India è stato quello di riuscire a nutrire una popolazione immensa. Negli ultimi decenni il paese è riuscito a garantirsi l’autosufficienza alimentare e a diventare anche un esportatore netto di prodotti agroalimentari. Questo non significa che siano stati risolti tutti i problemi, una percentuale ancora elevata della popolazione vive in condizioni di estrema miseria ma la percentuale di coloro che vivono al di sotto della soglia di povertà si sta gradualmente riducendo.
L’India oggigiorno produce beni agricoli e prodotti alimentari sufficienti per nutrire la sua popolazione e anche per l’esportazione.
La crescita economica e l’irrobustimento dei ceti medi ha portato a una domanda crescente di prodotti alimentari di qualità.
La cucina indiana è una delle più importanti a livello mondiale. La varietà delle pietanze riflette la varietà del territorio, delle condizioni climatiche, delle etnie, delle religioni, che caratterizza quel paese. Nonostante il paese possa contare su tradizioni gastronomiche di tutto rispetto sta crescendo soprattutto tra il ceto medio e le generazioni più giovani, la domanda di prodotti alimentari e bevande d’importazione, prodotti occidentali, come quelli che provengono dai paesi mediterranei, prodotti ritenuti salutari come l’olio d’oliva e prodotti sempre più di moda come il vino.
L’olio d’oliva è per l’India un prodotto esotico. Il mercato dell’olio d’oliva si è sviluppato in quel paese sostanzialmente negli ultimi dieci anni e rappresenta una quota minima, circa lo 0,14% del consumo totale di oli vegetali.
La domanda interna di olio d’oliva continua a crescere nonostante siano ultimamente aumentati i dazi doganali su questo prodotto e la gran parte dei consumi siano soddisfatti da importazioni che provengono principalmente da Spagna e Italia.
Le importazioni totali di olio d’oliva ammontano a circa 13.000 tonnellate annue ma va detto che esiste anche una piccola produzione locale. A partire dagli anni 2.000 sono state impiantati olivi in alcune regioni indiane come il Rajasthan, il Kashmir, il Gujarat, l’Himachal e il Punjab. I risultati sinora sono stati positivi e quindi è prevedibile che queste piantagioni si estenderanno nei prossimi anni. La produzione annuale attualmente non supera le 20 tonnellate ma, potremmo dire, siamo solo agli inizi.
In India chi consuma olio d’oliva è la classe media e medio-alta che, grazie alla crescita economica del paese sta diventando sempre più robusta e ricca e che assume modelli di consumo tipicamente occidentali. I consumi di olio d’oliva sono concentrati nelle grandi aree urbane del paese: Hyderabad, Bangalore, Chennai, Mumbai.
Il prezzo di un litro di olio d’oliva in India è piuttosto caro soprattutto in raffronto con quello degli altri oli vegetali come quelli di palma, di soia, di girasole, di colza, di arachidi o di cocco. Basti dire che un litro d’olio d’oliva costa dai 10 Euro in su, in un paese nel quale il reddito medio pro capite è inferiore ai 2.000 Euro annui!
Un’altra caratteristica del mercato indiano è che una parte dell’olio d’oliva importato viene destinato al mercato cosmetico oppure utilizzato per finalità terapeutiche.