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IL MERCATO DELL’OLIO D’OLIVA IN POLONIA

 

 

Polonia olio report

 

Il Mercato dell’OLIO D’OLIVA in POLONIA
Report 2024

Formato: PDF
Codice prodotto: POL24OOREP
Prezzo: Euro 43
Pagine: 70
Stato: in aggiornamento

Indice Report: Dati generali - Rischio paese - Quadro macroeconomico - Il mercato dell'olio d'oliva: caratteristiche principali - La produzione nazionale - Import-Export di olio d'oliva - Consumo - Dati e statistiche - Normativa di settore - Norme sull’importazione di olio d'oliva - Tariffe, tassazione e barriere doganali - Etichettatura prodotti - Distribuzione commerciale - Canali di vendita dell'olio d'oliva - Catene della GDO (grande distribuzione organizzata) - Settore Horeca (Hotel restaurant and catering) - Negozi specializzati - Altri canali commerciali - Formazione dei prezzi - Comportamento dei consumatori - Tendenze e prospettive - Strategie di entrata nel mercato - Fiere di settore - Mass media di settore - Indirizzi utili.

 

Polonia olio database

 

Il Mercato dell’OLIO d’OLIVA in POLONIA
Database 2024

Formato: Excel
Prezzo: Euro 42
Codice prodotto: POL24OODB
Numero riferimenti: 120
Stato: in aggiornamento

Indice Database. Elenchi, in formato Excel, completi di: nome, ragione sociale, tipologia commerciale, indirizzo, città, telefono, fax, sito web, e-mail, altri dati e informazioni utili di: Importatori - Distributori - Grossisti - Catene della GDO (Grande distribuzione organizzata) - Operatori settore Horeca (Hotel, restaurant, catering) - Negozi specializzati al dettaglio e online - Ristoranti di cucina italiana.

 

 

 

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IL MERCATO DELL’OLIO D’OLIVA IN POLONIA
BREVE INTRODUZIONE

La Polonia che ha un’estensione territoriale poco più grande di quella dell’Italia, occupa la parte orientale della Grande Pianura centroeuropea e quindi il suo territorio è prevalentemente pianeggiante, il 91% non supera i 300 metri di altezza sul livello del mare.
La Polonia è un paese di medie dimensioni anche per popolazione, con poco meno di 39 milioni di abitanti, molto omogeneo dal punto di vista sia etnico, linguistico che religioso, i polacchi sono nella stragrande maggioranza cattolici. Bassissima è la percentuale di immigrati stranieri presenti nel paese.
Il reddito medio pro capite è di poco inferiore ai 12.000 Euro annui anche se misurato in termini di PPA (parità di potere d’acquisto), in termini grossolani, cosa si può comprare con quel reddito in quel paese, praticamente raddoppia.
Nel 1989 dopo la caduta del regime comunista il paese si trovava praticamente in bancarotta e ha dovuto affrontare grossi sacrifici per trasformare la sua economia da un sistema pianificato a un’economia di libero mercato.
Dopo l’adesione all’Unione Europea la sua economia ha cominciato a crescere a ritmi elevati che sono stati frenati dalla crisi internazionale del 2008-09, ma negli ultimi anni l’economia polacca ha ripreso la sua corsa.
Esistono ancora differenze strutturali nel livello di sviluppo economico e sociale tra le regioni più occidentali, quelle vicine alla Germania, più avanzate e quelle orientali, meno sviluppate, anche se, negli ultimi anni, grazie all’utilizzo efficiente dei Fondi strutturali europei, il divario tra le due aree del paese si è andato attenuando.
L’economia polacca è cresciuta a ritmi sostenuti negli ultimi anni, il 3,5% nel 2016, il 4,6% nel 2017, nel 2018 del +4,3 e le previsioni per il 2019 sono di una crescita che dovrebbe assestarsi tra il 3 e il 4%. La crescita economica è sostenuta sia dal buon andamento delle esportazioni ma anche dalla crescita della domanda interna.
Essere all’interno dell’Unione Europea godendone tutti i vantaggi, sia in termini commerciali, sia in termini di accesso a fondi e finanziamenti europei, ma restando fuori dall’area Euro e quindi mantenendo il pieno controllo sulle politiche monetarie e non dovendo sottostare ai diktat della BCE, ha consentito alla Polonia di distaccarsi nettamente dai paesi dell’Eurozona rimasti, negli ultimi anni fermi o con tassi di crescita risibili.
In realtà la Polonia avrebbe avuto intenzione di entrare nell’area Euro ma le pessime performance di quest’area monetaria negli ultimi anni hanno fatto crescere l’opposizione a questo progetto e hanno consigliato alle autorità politiche di rinviare a data da destinarsi l’insano progetto. Il 70% dei polacchi attualmente è comunque contrario alla entrata nell’Euro.
Il settore primario (agricoltura e allevamento, silvicoltura e pesca), produce circa il 2,4% del PIL del paese ma impiega l’10,2% della forza lavoro. Quasi il 60% del territorio polacco è coltivabile. Le principali coltivazioni riguardano frutta e ortaggi e sono: barbabietola da zucchero, carote, mele, lamponi, uva.
Il settore industriale produce il 24,5% del PIL, la Polonia è tra i paesi dell’Unione Europea uno di quelli nei quali il settore manifatturiero ha ancora un peso rilevante nell’economia.
Per quel che riguarda il mercato dell’olio d’oliva in Polonia si può dire che dopo una crescita continua per diverso tempo, negli ultimi due anni, c’è stata una battuta d’arresto.
In Polonia non si produce olio d’oliva, le condizioni climatiche non lo consentono, e quindi questo prodotto è estraneo alle tradizioni culinarie di quel paese dove prevalgono i condimenti di origine animale, soprattutto burro e margarina o altri tipi di oli vegetali. I processi di globalizzazione degli ultimi decenni hanno però diffuso anche in Polonia l’olio d’oliva molto apprezzato per la sua salubrità e per il suo gusto.
Il tipo di olio più utilizzato in Polonia è quello di colza di cui il paese è anche uno dei maggiori produttori europei, seguito dall’olio di girasole.
L’olio d’oliva essendo tutto importato è un prodotto costoso ma che è riuscito a conquistarsi una sua nicchia di mercato, attualmente i consumi di olio d’oliva rappresentano soltanto l’8% circa dei consumi totali di oli vegetali.
L’olio d’oliva essendo considerato un prodotto “gourmet” non viene utilizzato per cucinare ma prevalentemente come condimento per le insalate, le carni o le paste. Sul mercato polacco hanno riscosso crescente successo diversi tipi di olio d’oliva aromatizzato ai gusti più vari, come, per esempio, quello aromatizzato al tartufo, all’aglio, al limone, ecc.
L’olio d’oliva viene consumato prevalentemente dalle classi d’età più giovani, tendenzialmente le persone con un più elevato livello d’istruzione, con redditi medio-alti, abituate a viaggiare all’estero e che quindi hanno avuto modo di conoscere ed apprezzare anche le cucine e i sapori mediterranei. D’altra parte negli ultimi anni si stanno diffondendo anche in Polonia i ristoranti di cucina italiana che riscuotono un crescente successo.
Nel 2017 le importazioni di olio d’oliva sono state pari a circa 7,5 milioni di chili per un valore di circa 31 milioni di Euro.
I principali esportatori sono l’Italia con una quota di mercato di circa il 30%, seguita da Portogallo e Spagna e poi a seguire tutti gli altri.

 

   

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