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Categoria principale: Settori Produttivi
Categoria: Oli, Grassi e Condimenti

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IL MERCATO DELL’OLIO D’OLIVA IN BRASILE

 

 

Brasile olio report

 

Il Mercato dell’OLIO D’OLIVA in BRASILE
Report 2024


Formato: PDF
Codice prodotto: BRA24OOREP
Prezzo: Euro 42
Pagine: 70
Stato: in aggiornamento

Indice Report: Dati generali - Rischio paese - Quadro macroeconomico - Il mercato dell'olio d'oliva: caratteristiche principali - La produzione nazionale - Import-Export di olio d'oliva - Consumo - Dati e statistiche - Normativa di settore - Norme sull’importazione di olio d'oliva - Tariffe, tassazione e barriere doganali - Etichettatura prodotti - Distribuzione commerciale - Canali di vendita dell'olio d'oliva - Catene della GDO (grande distribuzione organizzata) - Settore Horeca (Hotel restaurant and catering) - Negozi specializzati - Altri canali commerciali - Formazione dei prezzi - Comportamento dei consumatori - Tendenze e prospettive - Strategie di entrata nel mercato - Fiere di settore - Mass media di settore - Indirizzi utili.

 

Brasile olio database

 

 

Il Mercato dell’OLIO d’OLIVA in BRASILE
Database 2024

Formato: Excel
Prezzo: Euro 38
Codice prodotto: BRA24OODB
Numero riferimenti: 100
Stato: in aggiornamento

Indice Database. Elenchi, in formato Excel, completi di: nome, ragione sociale, tipologia commerciale, indirizzo, città, telefono, fax, sito web, e-mail, altri dati e informazioni utili di: Importatori - Distributori - Grossisti - Catene della GDO (Grande distribuzione organizzata) - Operatori settore Horeca (Hotel, restaurant, catering) - Negozi specializzati al dettaglio e online - Ristoranti di cucina italiana.

 

 

Il MERCATO dell’OLIO d’OLIVA in BRASILE Report + Database a soli Euro 64
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indicando i Vostri dati: Nome e/o Ragione Sociale, indirizzo, città, e-mail, eventuale recapito telefonico, Partita Iva o Codice Fiscale e il codice del/dei prodotto/i richiesti.

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IL MERCATO DELL’OLIO D’OLIVA IN BRASILE
BREVE INTRODUZIONE

Il Brasile è il più grande paese dell’America Latina, occupa quasi metà del continente sudamericano con un’estensione di oltre 8,5 milioni di chilometri quadrati e ha circa 208 milioni di abitanti che appartengono a un miscuglio infinito di razze ed etnie: popolazioni indigene, europei, africani, asiatici. La popolazione brasiliana è un autentico melting pot, metà circa è di razza nera o mulatta in quanto discendenti degli schiavi che furono portati dall’Africa nel paese in epoca coloniale. Nella seconda metà dell’Ottocento arrivarono più di cinque milioni di emigranti dall’Europa, soprattutto italiani e portoghesi ma anche, sia pure in misura minore: spagnoli, tedeschi, svizzeri, polacchi, ucraini, russi. Gli italiani comunque rappresentarono il gruppo più numeroso, circa un terzo del totale degli immigrati tra il 1880 e il 1930. Ma a partire dall’inizio del Novecento arrivarono anche flussi di emigrati dall’Asia: libanesi, siriani, giapponesi. Oggigiorno il Brasile ha la più numerosa comunità di giapponesi al di fuori del Giappone, circa 1,6 milioni di persone.
La distribuzione della popolazione in questo immenso paese non è uniforme. La gran parte è concentrata nelle zone costiere atlantiche e soprattutto nello Stato di San Paolo che da solo ha più di 40 milioni di abitanti.
L’84% della popolazione brasiliana risiede nelle aree urbane spesso grandi megalopoli come: San Paolo, Rio de Janeiro, Salvador, Brasilia, Fortaleza, Belo Horizonte.
Il Brasile è uno dei paesi al mondo con le maggiori disuguaglianze nella distribuzione dei redditi, nonostante le politiche sociali attuate negli ultimi anni dai governi Lula prima e Roussef dopo, hanno comunque ridotto, in parte, il tasso di povertà, di larghe fasce della popolazione.
Di fatto negli ultimi 15 anni circa 30 milioni di brasiliani sono usciti dalla povertà migliorando le loro condizioni di vita e aumentando i loro redditi.
Il Brasile faceva parte di quel gruppo di nuovi paesi definito dagli economisti con l’acronimo BRIC (Brasile, Russia, India e Cina), oppure BRICS (se si aggiunge anche il Sudafrica), che indicava quelle che, negli ultimi dieci-quindici anni, sono state le economie più dinamiche del pianeta. Ora quell’acronimo viene usato con maggior parsimonia.
Dopo anni di crescita elevata del PIL nel 2015 l’economia brasiliana è entrata in recessione e soltanto dal 2017 il paese ha ricominciato a crescere.
Il Brasile è dotato di notevoli risorse minerarie. Ha anche grandi riserve sia di gas naturale che di petrolio
I settori dell’agricoltura e dell’allevamento sono di importanza fondamentale e producono quasi il 6% del PIL del paese.
Il Brasile possiede il 22% delle terre coltivabili del pianeta. Ha 64 milioni di ettari di terreno destinati alle produzioni agricole ed è il terzo esportatore mondiale di prodotti agricoli.
Per quel che riguarda il mercato dell’olio d’oliva va innanzitutto detto che i consumi sono dovuti quasi interamente alle importazioni. Esistono iniziative di produzione, soprattutto nello Stato del Rio Grande do Sul, ma per quantitativi veramente piccoli, almeno sinora, che soddisfano appena l’1% della domanda nazionale.
I principali eportatori sono, in ordine d’importanza: Portogallo, Spagna, Argentina, Cile e in quinta posizione l’Italia, a seguire tutti gli altri.
Le importazioni complessive di olio d’oliva (tutte le tipologie) nel 2017 sono state pari a circa 60.000 tonnellate per un valore complessivo di circa 300 milioni di Euro.
In Brasile si consumano in prevalenza altri tipi di oli vegetali a cominciare da quello di soia, 61% del consumo totale, (il Brasile, tra l’altro è uno dei maggiori produttori mondiali di soia); segue l’olio di girasole (19%), seguono l’olio di mais (10%) e quello di colza (6%). Nel restante 4% si collocano tutte le altre tipologie di oli vegetali compreso quello d’oliva.
Negli anni passati il consumo di olio d’oliva in Brasile era limitato a quelle fasce di popolazione originarie dei paesi mediterranei: portoghesi, spagnoli, italiani, greci, ma nel corso degli ultimi vent’anni il prodotto ha cominicato ad essere sempre più conosciuto ed apprezzato soprattutto per le sue qualità organolettiche, ma anche perché sono cambiati i gusti dei consumatori e le cucine mediterranee, a cominciare da quella italiana, riscuotono un crescente successo anche in Brasile.
L’olio d’oliva anche se è il più costoso tra gli oli vegetali viene percepito come il più sano e quindi viene acquistato da quelle fasce di popolazione sempre più attente alle tematiche legate alla salute e a stili di vita e di alimentazione sani.
L’olio d’oliva è un prodotto che viene consumato maggiormente dalle classi sociali medio-alte, che hanno quindi maggior capacità reddittuale e soprattutto dalle classi d’età più giovani, generalmente più attente ad un’alimentazione sana.
Il costo medio dell’olio d’oliva è piuttosto elevato anche perché, come gran parte dei prodotti d’importazione, è gravato da diversi balzelli che ne fanno lievitare il prezzo al consumatore.
Le prospettive di crescita per il mercato dell’olio d’oliva in Brasile sono molto buone.