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Categoria: Asia

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MALESIA

MERCATO AGROALIMENTARE: BREVE INTRODUZIONE

La Malesia ha un’estensione territoriale di circa 330.000 chilometri quadrati, di poco superiore a quella dell’Italia e una popolazione di quasi 32 milioni di abitanti.
La Malesia si trova poco sopra l’Equatore ed è suddivisa in due regioni molto diverse e separate da 530 chilometri di mare. Il paese infatti si sviluppa nella parte meridionale della penisola di Malacca, nella cui punta estrema, a sud, c’è la città Stato di Singapore. Questa parte del paese rappresenta il 40% del territorio ma vi risiede l’80% della popolazione anche se la maggior parte degli abitanti si concentrano nella fascia costiera che da Penang si sviluppa fino a Kuala Lumpur, la capitale.
La seconda regione è la parte settentrionale dell’isola del Borneo dove si sviluppano gli Stati di Sabah e Sarawak. Questa regione è poco popolata e in gran parte è ricoperta da foreste tropicali. Il clima è tipicamente equatoriale, molto caldo e molto umido, e quell’area è colpita spesso dai monsoni.
La popolazione è per il 92% costituita da cittadini malesi e per l’8% da stranieri. La popolazione è giovane e i tassi di crescita demografica sono elevati.
Altra caratteristica della popolazione malese è il fatto di essere multietnica, multirazziale e multireligiosa. I gruppi etnici indigeni, prevalentemente malesi, ma anche i circa i 3 milioni di aborigeni, rappresentano circa il 67% della popolazione. Il secondo gruppo etnico è quello cinese che rappresenta circa il 24% della popolazione totale. I cinesi si insediarono in Malesia soprattutto all’epoca della colonizzazione britannica. Gran parte del tessuto economico e imprenditoriale del paese oggigiorno è in mano a questo gruppo etnico.
L’altro gruppo etnico importante sono gli indiani che rappresentano circa l’8% della popolazione malese. Provenienti in prevalenza da India e Sri Lanka, sono in maggioranza tamil e anch’essi si insediarono nel paese durante la colonizzazione britannica.
Circa un 8% della popolazione totale è poi costituita da stranieri provenienti in prevalenza da altri paesi asiatici soprattutto: Indonesia, Filippine, Bangladesh e Birmania e una buona parte di costoro sono immigrati illegali.
Gli immigrati stranieri lavorano prevalentemente nel settore agricolo, nelle piantagioni di palme e di caucciù, come anche nelle fabbriche di prodotti elettronici o nella mansioni più pesanti e meno qualificate nel settore dei servizi.
La religione ufficiale è quella islamica professata da oltre il 60% della popolazione ma ci sono anche, e sono consentite, altre fedi come buddismo, induismo, cristianesimo, ecc.
La Malesia è stata nell’Asia sud-orientale il paese che ha conosciuto negli scorsi decenni i maggiori tassi di crescita economica dopo Singapore. Queste brillanti performance sono state possibili grazie alla sostanziale stabilità politica, alla sempre maggiore integrazione del paese nell’economia globale e grazie anche a flussi consistenti di investimenti esteri.
L’economia malese è cresciuta a ritmi annui del 4-5% negli ultimi anni. Nel 2015-2016 c’è stato un rallentamento a seguito della riduzione dei prezzi internazionali delle commodities sia minerarie che agricole e un ulteriore effetto negativo è stato causato dal rallentamento della crescita dell’economia cinese. Il paese beneficia anche del fatto di essere una sorta di retroterra della città-Stato di Singapore, una delle più dinamiche economie asiatiche.
Il settore primario: agricoltura, allevamento, silvicoltura e pesca, produce circa il 6% del PIL. Molto importante è l’industria della pesca con esportazioni rilevanti soprattutto di crostacei e molluschi.
Nel settore primario: agricoltura, allevamento, pesca e silvicoltura, comunque impiegano il 20% della forza lavoro.
Circa un quarto del territorio nazionale è coltivabile e il settore agricolo soffre di un certo dualismo tra aziende di grandi dimensioni, modernamente organizzate e molto efficienti con una buona propensione all’export e un’infinità di piccole e piccolissime aziende a struttura familiare al limite della sussistenza.
Il principale prodotto è il riso, base dell’alimentazione in quel paese, coltivato soprattutto nelle regioni nord orientali verso il confine con la Tailandia. Altre colture importanti sono la manioca, banane, ananas e altri frutti tropicali, patate dolci, palme da cocco, tè, caffè, cacao, pepe, canna da zucchero. La Malesia è anche uno dei maggiori produttori mondiali di olio di palma, la cui produzione si è sviluppata negli ultimi anni anche con processi di deforestazione selvaggia.
La Malesia è il terzo produttore mondiale di caucciù e un importante produttore di legname grazie alle dense foreste tropicali che si estendono soprattutto sull’isola del Borneo.
Il settore dell’allevamento non è molto sviluppato anche per la carenza di territori adibiti a pascolo. L’allevamento riguarda soprattutto suini e pollame e nelle zone risicole sono presenti bufali.
Molto importante è l’attività ittica. Tra i prodotti tipici di questo settore c’è il trepang, una specialità molto apprezzata che viene anche esportata in altri paesi dell’Estremo Oriente Si ottiene dalle oloturie, dette anche cetrioli di mare, che vengono poi essiccate e affumicate.
Stanno crescendo le importazioni di prodotti come vini e olio d’oliva ma anche di carni di manzo e pollame, come forte è anche la domanda di prodotti alimentari halal, cioè processati in accordo alle regole coraniche, considerando che la maggioranza della popolazione è di religione islamica.
Nel 2016 la Malesia ha importato prodotti agricoli, alimentari e bevande per un valore superiore ai 15 miliardi di Euro, di questi soltanto 52 milioni di Euro provenivano dall’Italia. Ci sarebbe spazio quindi per incrementare l’export di prodotti italiani verso quel mercato.

 

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