MESSICO

MERCATO AGROALIMENTARE: BREVE INTRODUZIONE

Il Messico è la seconda economia dell’America Latina, dopo il Brasile, ha una popolazione di oltre 120 milioni di abitanti con un livello di reddito medio, attorno ai 10.000 Euro.
Metà della popolazione messicana ha meno di 24 anni e il tasso di crescita demografico è dell’1,8% annuo.
Il 78% dei messicani vive nelle aree urbane e, nelle aree metropolitane di tre grandi città: Città del Messico, Guadalayara e Monterrey, si concentra un quarto della popolazione del paese.
La distribuzione del reddito e delle ricchezze è molto squilibrata, il 46% della popolazione vivrebbe al di sotto della soglia di povertà.
L’economia messicana è molto dinamica, molto aperta agli scambi con l’estero, si trova in una posizione strategica, usufruisce di accordi commerciali preferenziali con i paesi limitrofi a cominciare da Stati Uniti e Canada.
Il settore agricolo è ancora abbastanza arretrato, impiega quasi il 14% della popolazione attiva ma produce soltanto il 4% del PIL nazionale.
Le colture principali sono: frumento, grano, riso, orzo, patate, caffè, canna da zucchero, cotone, pomodori, ma anche soia cacao, tabacco, frutta, soprattutto agrumi, banane, avocado, e ananas.
Importanti nella manifattura le industrie della trasformazione alimentare, delle bevande, birra e succhi di frutta e del tabacco.
Diffuso l’allevamento di bovini ma anche suini, ovini, equini e pollame.
Importante, data la posizione del paese, anche il settore della pesca: tonni, sardine, alici, sgombri, gamberi, ostriche.
Il settore agricolo vede una coesistenza tra grandi aziende modernamente organizzate e piccolissime aziende individuali o familiari al limite della sussistenza.
Il settore della produzione agricola soffre di diversi problemi strutturali. L’eccessiva frammentazione proprietaria e le piccole dimensioni delle aziende non favoriscono lo sfruttamento delle economie di scala e l’introduzione di tecnologie e macchinari moderni. L’80% delle aziende agricole ha una dimensione inferiore ai 5 ettari.
Ma il dualismo dell’agricoltura messicana è anche di carattere geografico.
Le aziende più moderne e avanzate tecnologicamente, circa il 10% del totale, sono concentrate in prevalenza negli Stati più settentrionali della Federazione Messicana, quelli a ridosso della frontiera con gli Stati Uniti, come Baja California, Sinaloa, Sonora, Chihuahua, Michoacan. Queste aziende realizzano i tre quarti dell’export agroalimentare del paese.
Negli Stati più meridionali prevale invece un’agricoltura di sussistenza. Per fare un esempio pratico mentre la media nazionale di produzione per ettaro di un prodotto come il mais è di 3 tonnellate, nello Stato settentrionale di Sinaloa la produzione media per ettaro arriva sino a 10 tonnelalte mentre nello Stato meridionale di Campeche supera di poco le 2 tonnellate per ettaro. Quindi ci sono differenze di produttività notevoli.
Ci sono arretratezze anche, per esempio, nei sistemi di irrigazione come nell’uso di fertilizzanti o di sementi selezionate. Un altro problema, legato strettamente alla struttura proprietaria, è la difficoltà di accesso al credito per la gran parte delle aziende che sono troppo piccole e poco produttive.
Il Messico comunque non è autosufficiente dal punto di vista agricolo e quindi importa quantitativi considerevoli di derrate e prodotti alimentari. Dagli anni Ottanta del Novecento il Messico è diventato importatore netto di prodotti alimentari, quindi il valore dell’import supera quello dell’export.
In realtà il paese, se addottasse politiche adeguate, potrebbe essere ampiamente autosufficiente dal punto di vsita della produzione agricola.
I tre quarti dell’interscambio commerciale con l’estero (sia import che export) nel settore agroalimentare avviene con gli Stati Uniti. Seguono Giappone, Canada Cina e poi tutti gli altri.
Il Messico esporta soprattutto birra, avocado, pomodori, carne bovina, caffè, cipolle, avocado, manghi, peperoni, cetrioli, frutti di bosco. Il Messico è anche uno dei maggiori produttori ed esportatori mondiali di miele.
L’Italia esporta verso il Messico in prevalenza macchinari e beni intermedi mentre importiamo soprattutto petrolio.
I prodotti agroalimentari, come anche i vini o l’olio d’oliva italiani sono molto apprezzati in Messico anche se le nostre esportazioni sono ancora limitate.

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Il Mercato dei
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